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Istanbul in cinque mosse

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di Luca Burini

Durante la campagna elettorale ci sono talmente tante bandiere appese per le strade che sembra ci sia una festa nazionale in corso. Rosse, arancioni, blu. Ogni partito ha il suo colore. E i suoi drappi che si muovono col vento che, da mattina a sera, rinfresca la città.

Istanbul si presenta così ai (tanti) turisti che escono dall’aeroporto pronti a immergersi nei profumi e nella storia di una città che per gli europei è la porta d’Occidente. Perchè sorge sullo Stretto del Bosforo, fra il Mar Nero e il Mar di Marmara, che separa l’Europa dall’Asia. Da vedere e fare c’è molto.

Ecco le cinque cose su cui puntare nel caso abbiate solo poche ore da trascorrere nell’antica Costantinopoli.

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QUEL DIAMANTE DI TOPKAPI

Costruito nel 1453, il palazzo di Topkapi è stato la casa di ben 26 dei 36 sultani dell’Impero Ottomano. Si tratta di un edificio immenso composto da chioschi, harem, cortili, corridoi e belvedere. L’harem era l’area dedicata alle donne del sultano. Composto da 300 stanze, 8 bagni, 4 cucine, 2 moschee, 6 cantine, una piscina e un’infermeria, ospitava circa mille donne, tra cui la regina madre, le favorite del sultano, ma anche ex favorite che gli avevano dato un figlio, domestiche, nutrici, sarte, musiciste, danzatrici e schiave. Tutte sorvegliate dalla figura degli eunuchi, gli unici uomini oltre al sovrano ammessi in questa parte del palazzo.

Nonostante la coda, meritano una visita le 4 sale in cui sono custoditi tutti gli oggetti preziosi appartenuti ai sovrani e sopravvissuti al tempo. Imperdibile il Diamante del mercante di cucchiai, di ben 86 carati e circondato da 49 brillanti.

 

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LA MOSCHEA È BLU

La Moschea del Sultano Ahmet è conosciuta come Moschea Blu per le sue meravigliose maioliche di Iznik che rivestono le pareti interne: sono infatti oltre 21mila le piastrelle in ceramica dalle diverse tonalità di azzurri e blu che ricoprono l’interno della moschea trasformandola in una vera e propria opera d’arte. Effetto che viene accentuato dalle decine di lampade che dall’alto formano cerchi di luce particolarmente suggestivi.

Ricordate però che è obbligatorio lasciare le scarpe fuori dal luogo di culto.

 

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IN CROCIERA SUL BOSFORO

Soprattutto per chi non può rimanere a lungo in città, la crociera sul Bosforo è un impegno irrinunciabile perchè permette di avere una perfetta visione d’insieme della città: l’Europa su una sponda, l’Asia sull’altra. E tutto intorno moschee, minareti, grattacieli, casette in legno, palazzi e ville. Insomma una spettacolo unico. Sia di giorno che dopo il tramonto.

 

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AL BAZAAR PER I REGALI

Se siete in cerca di souvenir, e non solo, allora il Gran Bazaar è ciò che fa per voi. Con le sue 4 mila botteghe disposte su 200 mila metri quadri, è l’antenato dei moderni centri commerciali. Si può trovare praticamente ogni cosa: dalle lampade colorate alla ceramica colorata, dalla biancheria per la casa ai gioielli. Fino alle sciarpe fatte a mano. Tanto artigianato e anche tanta merce tarocca.Chi invece vuole prendere per la gola amici e parenti può invece visitare il Bazaar delle spezie dove si può fare scorta, oltre che di spezie, anche di leccornie come frutta secca e dolcetti tipici come i lokum (gelatine di miele aromatizzate).

 

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UN BAGNO TURCO ALL’HAMAM

Prima di partire però non dimenticate di concedervi un po’ di relax presso uno dei tanti Hammam che ci sono in città. Oltre a una sala spogliatoio dove riposarsi sorseggiando un tè, i famosi bagni di vapore turchi sono caratterizzati da un’immensa sala a cupola forata da cui filtrano suggestivi fasci di luce: le parete della sala sono dotati di rubinetti e fontanelle mentre al centro è posizionato un palco di marmo riscaldato dove strofinarsi con il guanto di crine. A parte ci sono le piccole stanzette senza areazione dove si fa il bagno di vapore, conosciuto con il nome di bagno turco. A tutto questo si aggiunge un massaggio vigoroso e particolarmente energico, che serve a fare lo scrub della pelle e a riattivare la circolazione.

Quello di Çemberlitaş (aperto dalle sei del mattino a mezzanotte) è il più antico. Aperto nel 1584, è l’ideale se siete alla vostra prima esperienza in un bagno turco: è uno dei più puliti e ben conservati della città. E soprattutto lascia senza fiato dal punto di vista architettonico.

 

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MANGIARE

Tra una tappa e l’altra non dimeticate di assaggiare le specialità turche. Il piatto nazionale è il kebab, al piatto o nella pita, con carne di agnello, pollo o manzo. Sempre a base è anche il güveç, uno stufato cotto a fuoco lento in una terracotta chiusa ermeticamente.

Per chi preferisce il pesce, un’altra istituzione di Istanbul è il panino con le sardine alla brace. Meglio se gustato sotto al ponte di Galata, preparato direttamente sui battelli lì ormeggiati.

Al ristorante invece passate sempre dagli antipasti. E c’è solo l’imbarazzo della scelta. Il börek, ad esempio, è pasta sfoglia ripiena di formaggio o carne macinata, mentre le dolma sono polpettine di riso speziato, pinoli, uvetta, avvolte in foglie di vite.

Tra tutte le prelibatezze della pasticceria turca, infine, spicca il kabak tatlisi, dessert a base zucca, noci e zucchero.

 

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ARRIVARE

Dall’Italia per un volo diretto andata e ritorno per Istanbul possono bastare 100 euro.

Con la compagnia aerea di bandiera Turkish Airlines si vola da Bologna, Roma, Milano, ma anche da Catania, Genova, Napoli, Pisa, Torino e Venezia. Si atterra all’Atatürk, a 24 chilometri dal Bosforo.

Qui Turkish ha anche uno dei suoi fiori all’occhiello: una lounge di 3.500 metri quadri su due piani dove i viaggiatori di fascia alta possono gustare i piatti tradizionali cucinati dal catering partner TURKISH DO&CO (gruppo che ha vinto diversi premi per i pasti che serve sugli aerei della compagnia), rilassarsi, divertirsi e lavorare (ci sono videogiochi, biliardo, sala cinema, stampanti e computer).

Con Pegasus Airlines si parte invece da Bologna, Milano Malpensa, Bergamo e Roma Fiumicino e si atterra all’aeroporto Sabiha Gökçen, a 35 chilometri dal centro di Istanbul, nella parte asiatica del Paese.

 


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